I contributi sono il fattore più importante ai fini della pensione. Vediamo a quanto ammonterà il tuo assegno con 10 anni di contribuzione.
Quando parliamo di pensioni, sono due le riforme che hanno segnato i cambiamenti decisivi: la riforma Fornero e la riforma Dini. La riforma Fornero è del 2011 e tutti la conosciamo bene: ha stabilito che, per accedere alla pensione di vecchiaia, è necessario avere almeno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
La riforma Dini è meno conosciuta ma altrettanto importante. Risale al 1995 e ha cambiato il modo di calcolare le pensioni. Fino al 1995 l’importo delle pensioni veniva calcolato con il sistema retributivo che considerava la media delle retribuzioni che un lavoratore aveva ricevuto nel corso degli ultimi anni di carriera.
Dal 1996, invece, è entrato in vigore il sistema di calcolo contributivo che, come suggerisce il nome stesso, tiene conto unicamente dei contributi. Quest’ultimo metodo è meno conveniente per i lavoratori in quanto penalizza chi ha iniziato a lavorare tardi.
Oggi è frequente la situazione di persone che iniziano a lavorare in modo stabile anche dopo i 40 anni e, di conseguenza, se contano solo i contributi, chi ha pochi contributi avrà una pensione esigua. Non solo: sono penalizzati anche i lavoratori con stipendi bassi e quelli che decidono di uscire prima dal lavoro.
Pensione: ecco quanto prenderai con 10 anni di contributi
E’ possibile andare in pensione con solo 10 anni di contributi? In alcuni casi molto particolari sì, è possibile. Ma conviene? Vediamo quale potrebbe essere l’ammontare del tuo assegno previdenziale con appena 10 anni di contribuzione.
Come anticipato, dal 1996 in avanti, le pensioni vengono calcolate con il sistema di calcolo contributivo il quale moltiplica l’insieme dei contributi versati per un coefficiente di trasformazione, cioè un numero che aumenta con l’aumentare dell’età del pensionato.
Ecco perché chi va in pensione prima viene penalizzato: il suo coefficiente di trasformazione sarà più basso. Non solo: non contano solo i contributi ma anche il loro valore. Ogni lavoratore versa ogni mese il 33% circa di contributi – il 25% circa in caso di lavoratori con P. Iva – tra la sua quota e la quota che spetta al datore di lavoro.
Va da sé che il 33% – o il 25% – di 1000 euro è ben diverso dal 33% di 3000 euro. Di conseguenza chi ha uno stipendio basso avrà anche una pensione bassa e meno anni di contribuzione si verseranno, tanto più basso sarà l’assegno previdenziale.
Andare in pensione con solo 10 anni di contributi è possibile. Possono farlo i lavoratori contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1996, anno in cui, appunto, è entrato in vigore il sistema di calcolo contributivo. Costoro, tuttavia, non possono andare in pensione a 67 anni ma devono attendere almeno i 71.
Prendiamo il caso di un lavoratore che guadagna in media 25.000 euro all’anno e che a 71 anni si ritira avendo solo 10 anni di contributi. La sua pensione sarà di appena 420 euro al mese.