Assegno di inclusione (ADI), è possibile ottenere un extra di 3.000 euro. Vediamo chi può fruire di questa opportunità.
L’Assegno di inclusione (ADI) insieme al Supporto per la formazione e il lavoro (SFL) sono le prestazione che ormai da diverso tempo hanno preso il posto del Reddito di cittadinanza, andato definitivamente in soffitta. Obiettivo principale dei nuovi trattamenti non è l’esclusivo contributo economico, ma il reinserimento lavorativo e sociale dei beneficiari.
È proprio per questo traguardo che sono incentrate le procedure di richiesta e avvio delle prestazioni con un ruolo fondamentale assegnato alle agenzie pubbliche che si occupano di favorire il riavvicinamento al mondo del lavoro dei richiedenti. Infatti la sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (PAD) e poi quella del Patto di servizio personalizzato (PSP) sono obbligatorie e condizionano l’erogazione del contributo economico.
ADI, un possibile extra per alcuni beneficiari
Il contributo è un’integrazione al reddito del nucleo familiare fino a 6mila euro annui, moltiplicata per la scala di equivalenza determinata dalla composizione anagrafica del nucleo familiare stesso. L’erogazione avviene mensilmente con una carta ricaricabile per la cifra spettante a seconda dei singoli casi.
La durata della prestazione, ricordiamo subordinata alla partecipazione a iniziative volte al reinserimento produttivo e sociale della famiglia beneficiaria, è di 18 mesi con la possibilità di ulteriore deroga per altri 12 mesi, con un mese di stop. Ma riguardo al beneficio economico occorre sottolineare un aspetto che pochi ricordano.
Oltre al contributo mensile è possibile ottenere 3mila euro extra. Infatti se il percettore avvia un’attività di lavoro autonomo o di impresa, oppure si associ a una cooperativa, può fare domanda per ottenere un beneficio aggiuntivo pari a sei mensilità del contributo mensile, per la cifra massima di 3mila euro. Un buona occasione per chi decide di mettersi in proprio.
In più sono previsti degli sgravi fiscali per i datori di lavoro e per le agenzie che mediano o assumono percettori dell’Assegno di inclusione o del Supporto per la formazione e il lavoro. Nello specifico è previsto un esonero contributivo del 100 per cento per i datori di lavori privati, fino a 8mila euro all’anno. La durata dello sgravio è di 24 mesi per i contratti a tempo indeterminato.
Lo sgravio è ridotto al 50 per cento in caso di contratti stagionali o a tempo determinato. Per le agenzie che fanno da tramite è invece previsto un incentivo del 30 per cento per ogni assunzione di percettori di ADI e SFL e del 60 per cento per l’assunzione di persone in condizioni di disabilità.