Si continua a parlare di salario minimo, adesso l’Unione Europea dice la sua sulla questione, ecco quale sarebbe la scelta giusta.
Il tema caldo della settimana continua a essere il salario minimo. L’Italia è in fermento perché negli ultimi anni, dopo il Covid-19 che ha creato il primo collasso economico, si sente il peso di salari statici e al limite dell’accettabile. Il mondo del lavoro deve subire variazioni altrimenti molte famiglie si troveranno in seria difficoltà ancor prima dell’anno prossimo. Con l’aumento dell’inflazione, la crescita dei prezzi delle materie prime, di riflesso sono aumentati i prezzi di qualsiasi cosa. A questo rialzo però non c’è stata risposta in termini salariali, anzi. In questo modo le persone si sono ritrovate in recessione: il salario non sale e non si fa fronte alla crescita dei prezzi, il Pil non vede aumenti, i tassi di interessi sfiorano il 5%.
In questa situazione quel che succede è che la maggior parte dello stipendio finisce per pagare il raddoppio delle rate, gli italiani attingono dai risparmi (già decimati dalla pandemia) e ci si ritrova in stato di povertà. Il salario minimo è un argomento caldo perché non garantendo una dignità a tutti i lavori, le persone si trovano in uno stato di decadimento, anche psicologico. Troppo lavoro per poi non riuscire neanche a pagare l’affitto. C’è bisogno di nuove politiche.
Il problema è che la politica è a conoscenza delle varie realtà italiane: gli stage infiniti senza assunzione, con un ricambio semestrale del personale, i tanti lavori in nero, o i contratti fittizi per poi ricevere in nero la metà della busta paga. Tutte queste sono realtà nate per fuggire al pagamento delle tasse e se non regolamentate fuggiranno alle sicurezze garantite dal salario minimo. Inoltre un altro rischio consisterebbe nella possibilità dell’inserimento di politiche a discapito dei ‘più bravi’ che andrebbero ad appianare gli stipendi tra i salari minimi e coloro che invece hanno buste paga più alte in modo da non avere perdite.
In Italia il salario medio orario lordo secondo Istat è di 14,5 euro. Il valore lordo mediano citato dalla commissione europea è di 12,8 euro l’ora. Quindi se il salario minimo fosse introdotto per legge in Italia secondo la commissione dell’Unione Europea dovrebbe essere il 60% di quel valore mediano, e cioè 7,68 euro lordi l’ora e non 9 euro lordi come Conte-Schlein hanno proposto. Ma anche questa ipotesi dell’Unione Europea fa sorgere diversi dubbi sull’effettiva utilità.
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